Il Rev. Prof. Marcin Wysocki: là dove ci sono i polacchi, lì c’è la tradizione del Santo Sepolcro

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Laddove c’erano e ci sono i polacchi, c’è la tradizione di realizzare il Santo Sepolcro. Gli emigranti hanno portato con sé questa tradizione. È stato il nostro contributo alla diffusione della tradizione del Santo Sepolcro – importante e degna di essere mantenuta, perché fa parte della nostra cultura polacca – ha affermato il Rev. Prof. Marcin Wysocki, docente della cattedra di Patrologia Greca e Latina dell’Università Cattolica di Lublino (KUL). Il Venerdì e il Sabato santo fin dal XVIII secolo milioni di Polacchi vanno a visitare il Santo Sepolcro.

“Il Santo Sepolcro è la rappresentazione del luogo in cui il Corpo di Cristo fu deposto dopo la Sua morte, una rappresentazione trasferita artisticamente ai tempi moderni – ha richiamato. – È uno spazio determinato in cui viene deposto il Santissimo Sacramento, in ricordo della deposizione di Cristo nel sepolcro, affinché si possa contemplare la Sua morte e attendere la sua risurrezione”.

Nei secoli XVII e XVVIII in molti Paesi del mondo scomparve l’usanza di costruire il Santo Sepolcro ad eccezione, tra gli altri, della Polonia, Austria e Germania meridionale. “In Polonia questa tradizione ha preso piede ed è diventata molto importante. Questi Sepolcri, soprattutto in epoca barocca, assomigliavano a interi edifici. Erano rappresentazioni molto ricche del Santo Sepolcro di Gerusalemme” – ha sottolineato il Rev. Prof. Wysocki.

Da dove viene la tradizione di realizzare il Santo Sepolcro?

“Dai diari degli antichi pellegrini sappiamo che già nei primi secoli del cristianesimo, ci sono stati tentativi di illustrare ciò che è accaduto a Cristo” – ha comunicato il Rev. Prof. Marcin Wysocki. Le prime realizzazioni del Santo Sepolcro risalgono al IV secolo a Gerusalemme. “A quell’epoca l’imperatrice Elena, madre dell’imperatore Costantino, si recò in pellegrinaggio in Terra Santa e lì scoprì i luoghi legati alla vita di Cristo. Ritrovò, tra l’altro, la croce” – ha richiamato il docente della Cattedra di Patrologia Greca e Latina della KUL.

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Sul luogo della morte di Gesù sul Calvario, Costantino aveva costruito la prima basilica cristiana. Le diede il titolo di Resurrezione del Signore, che è ancora oggi una mossa significativa. “Spesso trattiamo la Festa di Pasqua nella prospettiva della passione, morte e sepoltura, mentre il Santo Sepolcro non è la fine, è davvero l’inizio. Quella tomba è vuota. Essa non è qualcosa di negativo” – ha affermato. “Il Sepolcro di Cristo non è il luogo dove è stato deposto Gesù, ma vi è stato deposto perché li Lui risorgesse” – ha aggiunto il Rev. Prof. Marcin Wysocki.

Gerusalemme è lontana, il Santo Sepolcro è vicino

Non tutti possono fare un pellegrinaggio in Terra Santa, ancor più dopo il fallimento delle Crociate, quando Gerusalemme passò sotto il dominio musulmano. Intorno al IX secolo, nell’Europa medievale alle prese con una serie di problemi, l’usanza di costruire il Santo Sepolcro sul modello di quello di Gerusalemme si fece sempre più intensa. “Sappiamo che le prime rappresentazioni del Sepolcro furono realizzate in quel periodo per sensibilizzare e ricordare l’evento, in modo che, per così dire, questo Sepolcro fosse presente in altri luoghi” – ha sottolineato il ricercatore della KUL.

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La rappresentazione del Sepolcro del Signore divenne una parte importante della liturgia del Venerdì e del Sabato Santo. Come ha sottolineato il Prof. Wysocki, nello spazio sepolcrale “inizialmente si depositava solo una croce avvolta nel lino, che veniva premuta con una pietra”, a simboleggiare la pietra con cui era stata sigillata la tomba di Gesù. Un po’ più tardi, nei Sepolcri fu collocata anche l’ostia consacrata. Nei tempi moderni, sia la croce che il Santissimo Sacramento sono di solito presenti nei Sepolcri del Signore.

Il Sepolcro del Signore – un fenomeno polacco

L’usanza di costruire il Sepolcro del Signore giunse in Polonia con l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il cosiddetto Ordine del Santo Sepolcro, che dovette lasciare la Terra Santa dopo la sconfitta delle crociate.

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Fin dall’inizio in Polonia “il Sepolcro di Gesù si riempie di contenuti, non solo religiosi, ma anche sociali, statali”. Come ha sottolineato il Rev. Prof. Marcin Wysocki, il Sepolcro del Signore “durante le spartizioni [della Polonia] avevano spesso un sottofondo nazionalistico, lo stesso durante l’occupazione tedesca e il comunismo. Erano spesso manifestazioni di dissenso, e in un certo senso lo sono ancora oggi”.


“Una particolarità di Varsavia, che si è diffusa anche in altre regioni, è la cosiddetta visita al sepolcro. Abbiamo testimonianze che già nel XVIII secolo erano molto popolari” – ha affermato. “Sul cosiddetto Tratto Reale di Varsavia, questi Sepolcri erano particolarmente sontuosi”, ha aggiunto. Tra i visitatori ci fu anche il Re Stanislao Augusto Poniatowski.

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Nel XVII in Polonia è comparsa l’usanza di porre delle guardie d’onore presso il Sepolcro di Cristo. “Sono state convolte diverse formazioni militari e paramilitari. Negli ultimi tempi c’erano i vigili del fuoco”, ha sintetizzato il docente della Cattedra di Patrologia Greca e Latina della KUL.