Preghiera, oblazione e umiltà: tre pilastri dell’amore sacerdotale

Udienza alle Comunità dei Collegi Pio Latinoamericano, Pio Brasiliano e Messicano

Vatican Media

Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza le Comunità dei Collegi Pio Latinoamericano, Pio Brasiliano e Messicano.

Il Papa lancia un appello all’azione, invitando i presenti a riflettere sul proprio ruolo nella Chiesa “Non siamo soli in questo cammino: il Popolo di Dio ci accompagna con la sua preghiera e il suo sostegno”.

Pubblichiamo di seguito il testo del saluto che era stato preparato dal Papa per l’occasione e che è stato consegnato ai presenti:

Saluto del Santo Padre

Cari fratelli sacerdoti,

Come ogni anno ho il piacere di riunirmi con voi, questa volta con i tre Collegi insieme — Pio Brasiliano, Pio Latinoamericano e Messicano —. Vorrei trasmettervi la mia riflessione su un tema centrale nella vita dei sacerdoti, l’Amore.


L’Amore, il primo amore, è quello che ci ha riuniti tutti qui, e mantenerlo vivo è il nostro obbligo principale. Qualsiasi vocazione nasce da un amore di predilezione. Come per ogni uomo, Dio ci ha chiamati a essere suoi figli e, tra di essi, ci ha affidato un compito particolare, che ci avvicina di più a Lui: donarci per gli altri. Sono loro la nostra ragion d’essere, l’obiettivo del nostro amore, poiché in essi realizziamo questo servizio che il Signore ci chiede.

Ogni uomo, ogni donna, ogni bambino si presenta ai miei occhi come membro di quel corpo mistico il cui capo è Cristo. Agire in persona Christi è essere vera icona di Gesù, è farmi “Veronica” di ogni volto, di ogni lacrima. Come? Asciugandole con le mie vesti sacerdotali. In primo luogo, con la preghiera, presentando ogni situazione concreta alla presenza di Dio: “Signore, colui che tu ami sta soffrendo” ( cfr. Gv 11, 3).

In secondo luogo, con l’offerta oblativa, eucaristica, di tutto il nostro essere. Quando Gesù ci dice: “Potete bere il calice che io sto per bere?” (Mt 20, 22), non cerca una mera disponibilità teorica al martirio, ma una radicale accettazione del fatto che siamo qui per fare la sua volontà e rinunciare alla nostra. I nostri studi, il nostro lavoro e il nostro riposo, ogni decisione, sia vitale sia quotidiana, tutto è in funzione di questo servizio.

In terzo luogo, con l’umiltà, sapendo che sono in cammino, bisognoso di quella preghiera, più ancora di coloro che sono stato chiamato a servire. Lo stesso Signore, nel frangente della croce, venne confortato da un angelo (cfr. Lc 22, 43). Non sottovalutate il potere dell’intercessione di coloro che Dio ha posto sul vostro cammino: dei formatori, dei vostri compagni sacerdoti, del vostro ambiente più prossimo. In poche parole, confidate nella preghiera di tutti i membri del Popolo fedele di Dio e non dimenticatevi di pregare per i suoi Pastori, e per me. Che Gesù vi benedica e Santa Maria di Guadalupe, Imperatrice dell’America, vi custodisca. Grazie.

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L’Osservatore Romano, Anno CLXIV n. 77, giovedì 4 aprile 2024, p. 8.