“Natale, un messaggio di speranza per un mondo in guerra”

Udienza alle Delegazioni per il dono del Presepio e dell’Albero di Natale in Piazza San Pietro

Vatican Media

Questa mattina, in Aula Paolo VI, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza le Delegazioni per il dono del Presepe e dell’Albero di Natale installati in Piazza San Pietro.

Nel suo discorso alle delegazioni, Papa Francesco ha sottolineato il significato dell’albero di Natale e del presepe come simboli di speranza e di pace. L’albero, ha detto, è un segno di vita e di rinascita, mentre il presepe rappresenta la nascita di Gesù, il Salvatore del mondo.

Il Papa ha anche sottolineato l’importanza dell’umiltà e della semplicità nella celebrazione del Natale. Ha ricordato che Gesù è nato in una mangiatoia, tra i poveri e gli umili. Per questo motivo, ha detto, il Natale è un’occasione per ricordare coloro che soffrono di più e per lavorare per un mondo più giusto ed equo.

In particolare, il Papa ha fatto riferimento alla situazione attuale del mondo, segnata da guerre, povertà e ingiustizie. In questo contesto, ha detto, l’albero di Natale e il presepe sono un messaggio di speranza e di pace. Ricordano che l’amore di Dio vince sempre sul male.

Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti nel corso dell’Udienza:

Discorso del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!


Vi accolgo con gioia nel giorno in cui vengono ufficialmente donati e inaugurati l’albero e i presepi che decorano Piazza San Pietro e quest’Aula.

Saluto la delegazione di Rieti, nel cui territorio sono state realizzate le rappresentazioni della Natività, e quella del comune di Macra, in provincia di Cuneo, da cui, precisamente dalla Valle Maira, proviene l’abete bianco scelto come albero di Natale. Saluto le Autorità civili ed ecclesiali, in particolare i Vescovi di Rieti e di Saluzzo e il Presidente della Regione Piemonte, e tutti voi, sacerdoti e fedeli convenuti.

Il presepe allestito in Piazza San Pietro si propone di rievocare, dopo ottocento anni, il clima natalizio dell’anno 1223 nella Valle Reatina, dove San Francesco sostò. Nella sua mente era ancora vivo il viaggio fatto in Terra Santa e le grotte di Greccio gli ricordavano il paesaggio di Betlemme. Pertanto, chiese di rappresentare in quel piccolo borgo la scena del Natale: giunsero molti frati da varie parti e arrivarono anche uomini e donne dai casolari della zona realizzando un presepe vivente. Nasceva così la tradizione del presepe come lo intendiamo noi.

Quest’anno, dunque, da Piazza San Pietro penseremo a Greccio, che a sua volta ci rimanda a Betlemme. E mentre contempliamo Gesù, Dio fatto uomo, piccolo, povero, inerme, non possiamo non pensare al dramma che stanno vivendo gli abitanti della Terra Santa, manifestando a questi nostri fratelli e sorelle, specialmente ai bambini e ai loro genitori, la nostra vicinanza e il nostro sostegno spirituale. Sono questi che pagano il vero conto della guerra.

Davanti a ogni presepe, anche a quelli realizzati nelle nostre case, noi riviviamo ciò che è avvenuto a Betlemme più di duemila anni fa; e questo dovrebbe risvegliare in noi la nostalgia del silenzio e della preghiera, nella nostra vita quotidiana spesso tanto frenetica. Silenzio, per poter ascoltare quello che Gesù ci dice da quella “cattedra” singolare che è la mangiatoia. Preghiera, per esprimere lo stupore riconoscente, la tenerezza, magari le lacrime che la scena della Natività suscita in noi. E in tutto questo ci è di modello Maria: lei non dice nulla, ma contempla e adora.

Nella Piazza, accanto al presepe, c’è l’albero, di cui stasera, al termine della cerimonia, verranno accese le luci. È arricchito con stelle alpine coltivate in pianura, per tutelare quelle che crescono in alta montagna. Anche questa è una scelta che ci fa riflettere, evidenziando l’importanza della cura per la nostra casa comune: i piccoli gesti sono essenziali nella conversione ecologica, gesti di rispetto e gratitudine per i doni di Dio.

Cari fratelli e sorelle, grazie a tutti voi, come pure alla Direzione Infrastrutture e Servizi del Governatorato, per l’impegno creativo e generoso con cui avete realizzato questa iniziativa. Benedico di cuore voi, le vostre famiglie e i vostri concittadini. E vi raccomando, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie!