Giovedì Santo e l’istituzione dell’Eucarestia

La Messa crismale e la rievocazione dell’Ultima cena aprono il Triduo Pasquale

Giovedì santo

Il massimo significato dei cosiddetti giorni sacri si manifesta all’inizio del Triduo Pasquale, nella Messa serale o Missa in coena Domini.  È il Triduo pasquale che comprende il Giovedì Santo, il Venerdì Santo e il Sabato santo.

Già nel IV secolo la Chiesa di Gerusalemme effettuava una celebrazione eucaristica in cui si commemorava l’Ultima Cena, momento in cui il Signore aveva istituito il sacramento della Santissima Eucaristia. Quella celebrazione si trasferì immediatamente da Gerusalemme alle altre chiese in Occidente.

La celebrazione del Giovedì Santo ha il suo centro nell’ istituzione di questo sacramento, in cui si rivela il massimo atteggiamento di amore di Cristo verso la sua Chiesa. Gesù stesso istituisce il sacramento dell’Eucaristia nell’Ultima Cena – ovvero il primo Giovedì Santo – ordinandoci di farlo in sua memoria, come ricordiamo ad ogni Messa.

Sacramento sacrificale

L’Eucaristia è un sacramento sacrificale, che richiama la nuova alleanza tra Dio e gli uomini, consumata sulla Croce di Cristo. Ma è un memoriale, non un semplice ricordo, cioè ogni Eucaristia, ogni celebrazione della Santa Messa realizza veramente e completamente la salvezza dell’uomo o l’apertura del Cielo per la salvezza. Attraverso la celebrazione del sacramento, il passato – la morte di Cristo crocifisso sul Calvario ventuno secoli fa – il presente – la vita della Chiesa – sono accessibili attraverso la celebrazione.

L’Eucaristia ci dà un esempio di Cristo che dona se stesso, in modo che possiamo realizzarlo nella nostra vita. D’altra parte, è l’annuncio della morte del Signore fino al suo ritorno definitivo nella Sua annunciata seconda venuta, quando questo nostro mondo finirà.

L’istituzione dell’Ordine Sacerdotale

Il Giovedì Santo si celebra anche l’istituzione del sacramento dell’Ordine Sacerdotale. È la grande commemorazione del sacerdozio inaugurato da Cristo stesso, Sommo ed Eterno Sacerdote.

La mattina del Giovedì Santo nelle cattedrali viene celebrata la Messa Crismale, nella quale il vescovo, accompagnato dal suo clero, consacra il santo crisma e benedice gli oli dei catecumeni e degli ammalati. Questo rito è legato alla celebrazione del sacramento dell’Ordine, dal momento che quel santo crisma e gli oli sacri serviranno ai sacerdoti per amministrare il sacramento dell’unzione degli infermi e al Vescovo per la cresima

Giorno dell’amore fraterno

Infine, il Giovedì Santo si celebra l’amore fraterno. Sia il sacrificio eucaristico – morte o resa totale di Cristo rinnovata ad ogni Messa – sia l’istituzione dell’Ordine Sacerdotale, prestano attenzione a quell’impegno d’amore a cui l’uomo deve aspirare sulla terra.


Infatti, la lavanda dei piedi,  durante la celebrazione della Messa serale della Cena del Signore, è un gesto tipico del Giovedì Santo il cui intento è quello di ricordare il momento in cui Gesù lavò i piedi ai suoi discepoli durate l’Ultima Cena. Così ha invitato tutta l’umanità a donarsi, a servire, ad amare donandosi, sentendosi tutti fratelli in Cristo. 

Come vivere al meglio Giovedì Santo

Ovviamente, visto che questo Giovedì Santo ci troveremo ancora in un momento di pandemia, il modo migliore per viverlo sarà quello del rispetto civico e della solidarietà, rispettando le possibili misure igieniche prudenziali che devono essere osservate.

Innanzitutto, potremmo trattare meglio Gesù Eucaristia, ringraziandolo per essere rimasto con noi in quell’augusto sacramento. Un modo specifico sarà adorarlo e accompagnarlo in quelli che popolarmente venivano chiamati “Sepolcri”: l’Eucaristia viene riposta nell’altare della deposizione, dopo la messa, dove rimarrà per l’adorazione dei fedeli.

Poiché è il giorno dell’istituzione dell’Ordine Sacerdotale, possiamo pregare soprattutto per la persona e le intenzioni del Santo Padre e per quelle del clero universale.

Infine, per dimostrare che vogliamo amare gli altri, vivremo quell’amore fraterno avendo momenti di affetto e di delicatezza verso gli altri, in modo particolare verso chi è più difficile da trattare o con quanti abbiamo avuto qualche disaccordo che merita ancora una cura d’amore caritatevole.