Inchiesta sulla storia dei primi secoli della Chiesa

Presentato il convegno internazionale in programma in Vaticano da domani al 29 ottobre

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La locandina del convegno

Per quale motivo realizzare un convegno internazionale di studi sui primi secoli della storia della Chiesa? Padre Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, lo ha spiegato nel corso della presentazione dell’evento organizzato in collaborazione con l’Université Catholique de Lyon, che si svolgerà in Vaticano, presso l’Istituto Maria Santissima Bambina, da domani al 29 ottobre 2021. In particolare, il convegno “Inchiesta sulla storia dei primi secoli della Chiesa” vuole contribuire a far conoscere i frutti delle ricerche degli ultimi decenni: “Vogliamo dare spazio ai ricercatori che hanno acquisito conoscenze che 20, 30 o 40 anni fa non erano note” ha spiegato padre Ardura, anche se “non arriveremo a soluzioni definitive”.

Approccio aperto

Uno dei punti focali del convegno, rinviato di un anno a causa della pandemia, sarà l’“approccio storiografico aperto”. Come ha indicato Papa Francesco, il “Comitato deve accogliere tutti coloro che studiano seriamente la storia e le scienze ausiliarie della storia. Penso che l’incontro sarà un’indagine e anche una scommessa” ha spiegato il religioso. Il punto di partenza è il confronto sui due modelli storiografici principali riguardo ai primi secoli del cristianesimo. Come ha spiegato Ardura, da una parte quello risalente a Eusebio di Cesarea, che in qualche modo punta su una continuità per così dire granitica: “È come se la Chiesa del I secolo fosse uguale a quella del XXI. È ovvio che c’è stato uno sviluppo”.

L’ottica luterana

L’altra visione, “soprattutto protestante, interpreta la storia della Chiesa come un degrado progressivo della Chiesa, e per questo Lutero vuole spogliare la Chiesa di quello che lui non ritiene necessario. Se non sappiamo niente della storia dei primi secoli, allora può affermare che cinque sacramenti sono stati inventati dalla Chiesa e per questo mantiene solo battesimo ed Eucaristia”. È la tesi sostenuta dal teologo protestante Adolf von Harnack (1851-1930), le cui convinzioni sono ancora di moda, in particolare la sua affermazione che niente si possa dire con scientifica certezza sui due primi secoli di storia della Chiesa.

Padre Ardura

“Al contrario – sostiene Arudra – già nell’antichità e poi nell’Ottocento con il grande John Henry Newman fu elaborata una teoria molto forte dello sviluppo della Chiesa, della sua dottrina, ma uno sviluppo armonico, in cui non si creano cose che non c’erano all’inizio ma si realizza uno sviluppo interno”.

Il contributo degli specialisti

Per indagare su questi aspetti il convegno si avvarrà del contributo di specialisti di diversi settori, come quelli che “hanno studiato le vie di comunicazione e commerciali. Siamo abituati a vedere l’antichità in riferimento al bacino del Mediterraneo ma il mondo non si limitava a questo. Scopriamo che c’era una mobilità straordinaria sulle vie del commercio dell’avorio o della seta. Inoltre, abbiamo testimonianze archeologiche e letterarie dell’influsso del cristianesimo su ambienti non cristiani. Per questo parliamo di Inchiesta” ha spiegato ancora il religioso.


Un esempio: “l’evangelizzazione dell’India da parte di Tommaso, pensavo fosse una leggenda. Ma viaggiando nel Kerala, ho constatato che i cosiddetti cristiani di S. Tommaso hanno qualcosa da dire. Nel convegno ascolteremo quelli che hanno studiato alcuni testi come gli Atti di Tommaso” perché non sempre “leggenda non è sinonimo di bugia” ma può essere una trasposizione poetica e amplificata di fatti o circostanze reali.

Taglio innovativo

Alla presentazione è intervenuto anche il prof. Gaetano Lettieri, membro del Pontificio Comitato di Scienze Storiche e Direttore del Dipartimento di Storia, Antropologia, Religioni, Arte e Spettacolo dell’Università di Roma La Sapienza. Secondo lo studioso, il convegno si occupa della storia dei primi secoli della Chiesa “con un taglio innovativo, non si ha timore di confrontarsi con diverse tesi sulla storia del cristianesimo”. Parlando degli Atti degli Apostoli, “prima opera di storiografia cristiana”, Lettieri ha sottolineato che “Luca già tenta una sintesi di visioni missionarie diverse. La prospettiva è quella del movimento unitario che è proprio della Chiesa”.

Il convegno “accetta la sfida della diversità, la pluralità di metodi, di vie che caratterizzano la scelta cristiana fin dall’origine. Onorare l’identità cristiana è onorare questa molteplicità di sfide, lo sforzo dello storico, ma anche dell’uomo di fede, è trovare il punto di sintesi”.

Scelta coraggiosa

Una pluralità di metodi e visioni che rappresenta una scelta coraggiosa. Non a caso, la prima sessione vedrà gli interventi di Daniel Marguerat, Università di Losanna, esponente del protestantesimo svizzero, e del prof. Antonio Pitta, della Lateranense, che parlerà proprio di “von Harnack e la storia dei primi secoli della Chiesa: giudizi confermati o smentiti”. “Tutti siamo un po’ harnackiani – ha concluso Lettieri – Non esisterebbe la storia del cristianesimo senza valutare l’eredità di Harnack, pur con i suoi limiti. Va sottolineato che in effetti il metodo storico non può avere una connotazione confessionale. È necessario trovare il difficile equilibrio tra l’opzione ideologica che tutti abbiamo e l’onestà e il rigore” della ricerca.