Preghiera e aiuti per l’India devastata dal Covid

Sabato iniziativa della Chiesa locale. Da ACS una raccolta fondi per 200 progetti: manca anche il cibo, servono 5 milioni

India
Distribuzione di aiuti in India ph. ACS

La pandemia di Covi-19 ha colpito duro ovunque ma alcuni Paesi, come l’India, stanno soffrendo più di altri. In questo periodo di grandissima difficoltà, soprattutto per la minoranza cattolica, la Chiesa di rito latino in India ha organizzato per sabato prossimo, 7 agosto, dalle 20.30 alle 21.30, un’iniziativa di preghiera per implorare la fine della pandemia.

Iniziativa della fondazione ACS

Intanto non si ferma la macchina della solidarietà. In particolare, la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre ha approvato un ampio programma di soccorso composto da quasi 200 progetti per proteggere dalla pandemia sacerdoti, religiosi, catechisti, le loro famiglie e comunità intere in più di 140 diocesi del subcontinente indiano. Per dare corpo a questo ambizioso pacchetto di aiuti saranno necessari oltre 5 milioni di euro, che verranno raccolti dalle 23 Sezioni nazionali della fondazione, compresa quella italiana.

Scarseggia anche il cibo

Quando l’India è arrivata la prima ondata della pandemia, tra giugno e settembre 2020, le istituzioni cattoliche locali hanno fatto fronte alla crisi attingendo alle loro già magre riserve finanziarie. Purtroppo, dopo oltre un anno di impegno per sostenere e proteggere le proprie comunità, i fondi sono terminati. Le congregazioni religiose stanno sperimentando gravi difficoltà anche nel reperimento del cibo. Questa situazione disastrosa sta colpendo la Chiesa in tutta l’India e in ogni Stato federale, dall’Arunachal Pradesh nel nord-est al Kerala nel sud-est del Paese.

I progetti di aiuto

I progetti di ACS serviranno a fornire ossigeno, apparecchiature per la filtrazione dell’aria, cure mediche per quanti sono affetti dal COVID, sostegni di emergenza per le famiglie più bisognose, dispositivi di protezione personale come mascherine, gel disinfettante, guanti e schermi facciali. Alcuni dei finanziamenti saranno destinati a quanti lavorano nelle istituzioni gestite da congregazioni religiose e diocesi, in particolare scuole e centri pastorali, costretti a chiudere a causa della pandemia lasciando così lavoratori e famiglie senza reddito.


Altre iniziative sono destinate a sostenere i catechisti, il cui ruolo è diventato ancor più importante per raggiungere le comunità situate in aree remote, difficilmente raggiungibili dai sacerdoti specie in questa fase pandemica.

Dall’India la testimonianza di un vescovo

Mons. Bhagyaiah Chinnabathini è vescovo della diocesi di Guntur, una delle zone più colpite dello Stato indiano di Andhra Pradesh, nel sud-est del Paese. In un colloquio con ACS racconta che «le chiese, le scuole e tutti i nostri centri di formazione e animazione sono chiusi. Abbiamo 171 sacerdoti che lavorano nella diocesi e 590 catechisti che ci aiutano nel ministero attivo». Tutti sono stati profondamente colpiti dalla pandemia, cinque sacerdoti e molti catechisti sono morti per il COVID-19.

«Molti altri sono malati e non siamo in grado di far fronte alle spese mediche per i nostri sacerdoti», aggiunge il prelato. «Abbiamo 195 comunità religiose situate nella diocesi di Guntur. 816 suore sono impegnate in diversi ministeri, come l’istruzione, la pastorale e la sanità. Anche queste religiose stanno soffrendo molto. Il coronavirus ne ha contagiate molte. In questa terribile situazione, che ci preoccupa molto, è una benedizione che ACS si sia fatta avanti per aiutarci con questo programma di aiuti di emergenza», conclude mons. Chinnabathini.